Pipistrelli, i Matusalemme degli Animali

I Matusalemme degli Animali

I pipistrelli di tutto il mondo, negli ultimi due anni, sono tra le specie più chiacchierate a causa del loro probabile ruolo nella pandemia di Covid-19. Non che loro, ovviamente, c’entrino niente o abbiano qualche colpa, ma sappiamo come la specie umana debba sempre cercare un capro espiatorio per i propri errori, invece di riconoscere le proprie responsabilità.

Ma i pipistrelli meriterebbero di essere conosciuti per una infinità di ragioni che vanno ben oltre il loro ruolo in Batman o nel «Dracula» di Bram Stoker, su tutte la loro estrema longevità. Tra i mammiferi, la longevità è direttamente proporzionale alle dimensioni corporee: più un animale è grosso e più vive. Un elefante, per fare un esempio, ha una aspettativa di vita di molto superiore a un topo. Tra le poche eccezioni a questa regola troviamo l’eterocefalo glabro, l’uomo e i pipistrelli.

La longevità dei pipistrelli, per quanto documentata e riconosciuta, rimane ancora poco chiara nelle sue dinamiche. Cosa permette ai pipistrelli di vivere anche dieci volte di più della loro aspettativa di vita teorica? Il record di longevità appartiene a un “Myotis brandtii” siberiano, un piccolo pipistrello di 5-7 g arrivato a 41 anni di età. Ma sono decine le specie che raggiungono con una certa facilità i 20 anni di età e molte addirittura i 30. Degli autentici Matusalemme!

Da tempo, dicevamo, ci si interroga sui meccanismi che permettono ai pipistrelli di avere una lunga vita, a dispetto delle dimensioni minuscole. Una risposta univoca, la cosiddetta “pistola fumante”, non c’è, ma una serie di indiziati sì e, probabilmente, la longevità dei chirotteri non è altro che il risultato di tutti questi elementi presi insieme.

Su tutti, l’ibernazione – o letargo o torpore, sono la stessa cosa, al massimo cambia il grado di intensità, ma i meccanismi fisiologici alla base sono i medesimi. Quando le condizioni ambientali diventano sfavorevoli, i pipistrelli vanno in letargo: abbassano la temperatura corporea dai 38-40 °C in attività a sotto i 17 °C, rallentano il battito cardiaco, vi è una vasocostrizione nelle estremità che concentra il sangue negli organi vitali, diminuisce la traspirazione di acqua, si passa a una produzione di energia soprattutto tramite il metabolismo dei lipidi e lo stesso metabolismo rallenta così tanto da consumare solo l’1% di energia rispetto a quella necessaria per mantenere attivo l’animale. Il pipistrello va il letargo, abbassa la saracinesca e ci si vede la prossima primavera. Questo stato di torpore, però, viene messo in atto dal pipistrello ogni volta che può, anche in estate: è il motivo per cui non li vediamo svolazzare a mezzogiorno di agosto, ma solo alla sera. Durante il giorno sono in torpore, risparmiando energia e mettendosi in questa sorta di “modalità stand-by”.

L’ibernazione allunga la vita in tutte le specie che la praticano, sebbene il perché sia poco chiaro. Potrebbe essere, banalmente, che il torpore e l’inattività conseguente riducano il rischio di essere predati oppure che questo risparmio energetico consenta, come in effetti avviene, di superare periodi difficili in cui il cibo scarseggia, come accade per i pipistrelli insettivori delle nostre latitudini all’arrivo dell’inverno.

Ma anche i pipistrelli tropicali, che hanno dei torpori diurni, ma non un vero e proprio letargo di mesi, sono più longevi della media dei mammiferi con una massa corporea simile. Perché? Al torpore va forse aggiunto un altro aspetto che caratterizza i chirotteri: un sistema immunitario che fornisce loro una sorta di superimmunità. Non è infatti un caso, per tornare all’apertura di questo articolo, che la pandemia da coronavirus sia scaturita da un salto di specie – o più salti di specie – partito da un pipistrello e, tramite altri animali intermedi, fino all’uomo. Il sistema immunitario dei chirotteri, infatti, è caratteristico: riesce a tenere sotto controllo un’infezione virale, in questo caso di coronavirus, senza scatenare una risposta immunitaria tale da danneggiare le stesse cellule del proprio corpo, come invece avviene nell’essere umano.

Nel suo libro «Le impronte del signor Neanderthal», Giuseppe Remuzzi scrive citando una ricerca di Vikram Misra pubblicata su «Scientific Reports» in merito al coronavirus che provoca, negli umani, la Mers: “Ciascuno (virus e pipistrello, nda) prende vantaggio dall’altro; il virus si moltiplica nelle cellule del pipistrello, proprio come fa con quelle dell’uomo, ma invece di ucciderle, stabilisce una relazione positiva con l’ospite e con il suo sistema immunitario, al punto che si crea un sistema unico che conferisce al pipistrello la capacità di difendersi dagli agenti patogeni […] È come se quei pipistrelli la superimmunità l’avessero paradossalmente proprio grazie a quel virus che si portano addosso”.

Roba complessa, lo capisco, ma il senso è che il sistema immunitario dei pipistrelli, in qualche modo, riesce a modulare la sua risposta all’infezione virale, arrivando a un “vivi e lascia vivere”. Un equilibrio comunque molto delicato, che un wet market cinese può facilmente perturbare.

Oltre a quanto detto, seppur collegato, altre ipotesi interessanti inerenti la longevità dei pipistrelli potrebbero riguardare la riduzione dello stress ossidativo, altro effetto collaterale del torpore, oppure – ma questo è un mio azzardo, non penso sia mai stato verificato nei pipistrelli – un aumento della longevità come effetto del ridotto apporto di calorie che, in altre specie, pare allungare la vita. Anche in questo caso, il tempo speso tra torpore diurno e letargo invernale giocherebbe un ruolo importante.

Tutto ciò dovrebbe comunque bastare per alzare il naso nelle notti d’estate e ammirare, stupiti, quei pochi grammi in volo intorno ai lampioni, in caccia di zanzare e falene. È un piccolo prodigio dell’evoluzione quello che abbiamo il privilegio di osservare, un Matusalemme del mondo animale da conservare.

Nei commenti riporto alcune fonti che ho usato per scrivere questo articolo, ma oltre al libro di Giuseppe Remuzzi che cito, segnalo anche il libro di Danilo Russo «La vita segreta dei pipistrelli», in cui trovate tutto sui chirotteri. Ringrazio, inoltre, proprio il prof. Russo e Alessandra di Tutela Pipistrelli per i consigli bibliografici dati, sto lavorando su un altro testo che coinvolge i pipistrelli e il loro aiuto e consulenza sono stati fondamentali. Questo articolo è un “effetto collaterale” di quell’altro lavoro. Ogni eventuale errore o imprecisione, ovviamente, è da imputare solo a me.

FOTO: Armando Bottelli, “Myotis emarginatus” (dire che è una foto pazzesca è poco… ma cercate di leggere pure l’articolo, eh, che ho fatto fatica a scriverlo!)

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